
di Lino DE MATTEIS
Burocrazia, scartoffie, intoppi procedurali, varianti, controvarianti, revisioni delle procedure di Via, finanziamenti promessi mai arrivati o parcheggiati, beghe di campanile diventano le sabbie mobili nelle quali affogano le speranze dell’area jonico-salentina di vedere svilupparsi il suo territorio. Una buona mobilità interna, presupposto anche per i collegamenti con le direttrici esterne, è essenziale per la crescita economica della penisola salentina. Tra le priorità, da anni riconosciuta come tale, c’è il completamento della Strada statale 7ter, la bradanico-salentina, che dovrebbe congiungere, con una superstrada a quattro corsie, Lecce e Taranto, gli unici due capoluoghi pugliesi non ancora serviti da un moderno e sicuro collegamento stradale. La doccia fredda è arrivata ieri dall’assessore regionale ai Trasporti, Anna Maurodinoia, e dall’Anas, nell’audizione in commissione Ambiente del Consiglio regionale chiesta dal capogruppo de “La Puglia Domani”, Paolo Pagliaro, sull’ennesima opera incompiuta nel Salento: a parte il tratto a quattro corsie già esistente tra Manduria e San Pancrazio, tutti i progetti finanziati dal Cipe, nel 2016, e previsti nel contratto di programma Regione-Anas 2016-2020, sono a due corsie. Un’ennesima sberla alle aspettative del Grande Salento. Taranto e Lecce hanno diritto ad un collegamento veloce a quattro corsie, ma per ridare slancio e concretezza a questo progetto è necessario l’impegno unitario dei consiglieri regionali jonico-salentini, affinché la Regione non sia solo baricentrica e si assuma veramente l’onere di azzerare il divario dei collegamenti tra tutti i territori pugliesi. Ma ci vogliono fatti concreti, le promesse non bastano più.

















