Salento

Da oggi “La Gazzetta del Mezzogiorno” torna a colmare quel vuoto che la sua lunga assenza aveva creato, impoverendo il pluralismo dell’informazione pugliese. Non possiamo che essere felici di questo ritorno nella più profonda convinzione che la democrazia ha bisogno di un’editoria sana, di un’informazione plurale e di un giornalismo libero e indipendente. Pertanto giungano gli auguri più vivi al direttore Oscar Iarussi e a tutti i colleghi della redazione per questo ritrovato appuntamento in edicola.

Al centro la testata dell’inserto sul Salento della Gazzetta del Mezzogiorno a partire dal dicembre 2019; sotto quella di oggi

Ma, con la consueta sincerità, ci permettiamo di segnalare una nota che, dal nostro punto di vista di salentini, troviamo stonata nella nuova edizione del giornale: la scelta editoriale della foliazione fa fare un salto indietro al quotidiano, che torna a separare la penisola salentina con due inserti distinti e non visibili contemporaneamente, uno per Lecce e Brindisi, chiamato “Salento”, e l’altro solo per Taranto, chiamato “La Gazzetta di Taranto”. Un salto indietro da quando, a dicembre 2019, la “Gazzetta” scelte di accorpare in un unico dorso chiamato “Salento” le tre province di Brindisi, Lecce e Taranto, favorendo, anche mediaticamente, la crescita di un sentimento unitario per uno sviluppo comune di questo territorio. Scelta editoriale a cui, nell’agosto scorso, si era adeguata anche l’edizione barese online de “la Repubblica”, avviando sul web una finestra di notizie dedicata al “Grande Salento” e confermando così la bontà editoriale di una visione unitaria. Visione che il “Nuovo Quotidiano di Puglia” aveva già fatto al suo nascere, nel 1979, quando si chiamava “Quotidiano di Lecce, Brindisi, Taranto”.

La scelta della “Gazzetta” torna ora a strappare in due la penisola salentina, accreditando l’idea di un “piccolo Salento” jonico-adriatico, ristretto solo a Brindisi e Lecce, e di un pezzo di Salento-jonico che però non viene considerato Salento, pur facendo geograficamente parte della penisola salentina.

Rispettiamo naturalmente la libera scelta editoriale della testata, consapevoli che tali scelte si basano anche su aspetti economici e diffusionali, ma ci auguriamo che anche la “Gazzetta” possa ritornare al rispetto della tripartizione storica della Puglia, in Capitanata, Terra di Bari e Salento.

Auguri di buon lavoro!

L.d.M.