Lino DE MATTEIS
La candidatura alla presidenza della Regione Puglia di Antonio Decaro ha in sé i connotati di una proposta innovativa, per la freschezza dell’uomo e la competenza politica, pur nella continuità di una lunga militanza nel centrosinistra pugliese. La popolarità dell’eurodeputato non sembra avere rivali, forte delle 500 mila preferenze alle ultime europee, ed è unanimemente riconosciuta, dai partiti del così detto “campo largo”, come l’unica in grado di far vincere il centrosinistra alle prossime elezioni regionali pugliesi. Senza di lui, infatti, la Regione diventerebbe contendibile per il centrodestra.
Consapevole di ciò, Decaro ha, giustamente, posto una condizione: quella di non avere freni e ostacoli al dispiegarsi di una proposta innovativa, di cui è portatore, rispetto alle gestioni passate del governo regionale, spiegando perché le candidature dei due ex presidenti, Michele Emiliano e Nichi Vendola, diventerebbero una sorta di “commissariamento”. La candidatura a consiglieri regionali degli ex presidenti non ha, infatti, precedenti: non lo ha fato Bonaccini in Emilia Romagna, non lo ha fatto Zingaretti nel Lazio, non lo farà De Luca in Campania.
«Per potermi candidare a governare la Puglia – ha, più volte, spiegato ai suoi Decaro – devo avere possibilità e libertà di movimento, che le candidature dei due ex presidenti Emiliano e Vendola non mi possono, per ovvie ragioni, dare… Non posso portarmi sulle spalle 20 anni di consigli regionali, senza un problema di agibilità: ogni qualvolta bisognerà prendere una decisione si dovrebbe essere costretti a valutare quale era stata la posizione di Emiliano, e prima ancora di Vendola. Ogni scelta in discontinuità, diventerebbe un problema, come a voler sconfessare il lavoro di chi mi ha preceduto, con il risultato di ingessare il Consiglio».
Decaro non nega di essere politicamente “figlio” di Emiliano e Vendola, ma proprio come un figlio rivendica il diritto di prendere strade in autonomia, senza il controllo dei genitori. Da qui la posizione netta: «se ci sono loro, non ci sono io». Una situazione che sta paralizzando il centrosinistra pugliese, nonostante il tentativo di mediazione fatto anche dall’ex sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, affinché si trovi un’intesa.
Emiliano e Vendola sono, comunque, delle risorse in termini di consenso elettorale per il centrosinistra e per lo stesso Decaro, il loro apporto è importante, ma se il loro insistere a candidarsi come consiglieri deve, come conseguenza, mettere a rischio la candidatura dell’eurodeputato, allora sarebbe meglio, e più dignitoso, assumere il ruolo di “padri nobili”, e riconosciuti come tali, di un’eventuale maggioranza Decaro, dando un segno di discontinuità e di non attaccamento alla poltrona, facendo un passo di lato. Per provare ancora a “vincere facile” in Puglia e guardare al futuro, infatti, il centrosinistra ha, ora, più bisogno di Antonio Decaro che di Emiliano e Vendola.