Fernando DURANTE
Oggi e domani, a Calimera, chiude la 24esima edizione della “Festa dei Lampioni”. L’evento che viene considerato un momento di orgoglio dell’identità cittadina. Danno il benvenuto all’ospite dalle aiole d’ingresso in paese. Al calar della notte, i lampioni illumineranno le vie principali del centro storico, richiamando la curiosità di visitatori grandi e, soprattutto, piccoli. Nasi all’insù, quindi, a scrutare il cielo appeso su cui dondoleranno navi vichinghe, animali fantastici, forme geometriche, stelle e ballerine, che danzeranno ad ogni alito di vento. Ma originali costruzioni si affacceranno anche dai balconi di abitazioni private. Saranno due giornate che concluderanno una settimana di sport e cultura propedeutica alla Festa.
L’appuntamento, per dirla con il presidente della Provincia, Stefano Minerva, «rappresenta la vera festa che apre l’estate salentina. Tanti turisti hanno l’opportunità di scoprire le bellezze della nostra terra attraverso la tradizione, la musica, l’artigianato, i riti sacri che caratterizzano la Festa dei lampioni. Una manifestazione che mi porta a ricordare l’amico e consigliere comunale di Calimera Massimo Greco, che non c’è più. È una Festa che attende tutto il Salento e che ogni anno riesce a realizzarsi con successo grazie a tanti sacrifici e alla straordinaria forza del volontariato».
Impegno e fantasia dei volontari della Pro-loco, guidati dal presidente, Pierluigi Cillo, per la direzione artistica di Antonio Castrignanò e Samuele Tommasi, rappresentano il risultato di un’antica identità. Il Lampione è un prodotto dalle forme più svariate, realizzato dalla fantasia dell’ideatore. Pochi gli elementi richiesti: alcune canne, colla (una volta di farina), alcuni fogli di carta velina colorata. Con quest’ultima, gli “scheletri” ottenuti saranno rivestiti di colori e accesi con luci led (in passato con lumicini di fuoco). Quello di quest’anno è l’evento numero 24 dell’era moderna. A cui, nel tempo, si è associata la sagra de “Lu Cuturusciu”. Un tarallo, prodotto da forno, che le mamme di una volta creavano con i resti della lavorazione delle “pucce” o “friselle” rimasti attaccati sulle pareti della madia. A riscoprirlo, ricordiamolo, è stato il presidente, allora come ora, del circolo culturale, “Ghetonia”, Silvano Palamà. Fu un azzardo, all’epoca. Ora, una vittoria.
La serata musicale di questa sera sarà allietata dai “Suoni Antichi” dei “Bottari di Macerata Campana” di Rachele Andrioli & Coro a Coro. Domani, invece, sul palco saliranno il fior fiore della musica popolare salentina ed oltre, con Ninfa Giannuzzi, Luigi Marra, Antonio Castrignanò, Mauro Durante, Alessia Tondo, Emanuele Licci, Enza Pagliara, Giancarlo Paglialunga, Giulio Bianco, Riccardo Laganà, Antongiulio Galeandro, Massimiliano Morabito, Maurizio Pellizzari, Giuseppe Spedicato, Silvia Perrone, Davide Monaco, Moira Cappilli.


















