Particolare del mosaico del pavimento della Cattedrale di Otranto
Grande Salento – la penisola salentina nel primo riquadro e le tre province di Lecce, Brindisi e Taranto nel secondo, sullo sfondo dell’antica Terra D’Otranto

L’espressione “Grande Salento” ha solo una valenza geografica e rappresenta semplicemente un toponimo per indicare nel loro complesso i territori delle tre province di Brindisi, Lecce e Taranto. Al “Grande Salento” non si possono attribuire significati o intenti egemonici o annessionistici, poiché con esso non viene intaccata l’autonomia politica e l’integrità amministrative e geografica delle attuali province salentine, né la loro permanenza all’interno della Regione Puglia.

Il toponimo “Grande Salento” esprime, infatti, pienamente lo spirito confederativo che ha caratterizzato le province di Brindisi, Lecce e Taranto dalla tripartizione fascista dell’antica Terra d’Otranto fino ai nostri giorni, così come, tra l’altro, emerge dai numerosi protocolli d’intesa sottoscritti tra di esse negli ultimi decenni.

Il termine “Salento”, storicamente risalente all’epoca romana e giunto integro sino a noi, dà nome alla penisola salentina, che resta di gran lunga il territorio prevalente del sud della Puglia, da qui la scelta obbligata di estenderlo alle tre province di Brindisi, Lecce e Taranto per non dover usare, ancora oggi, l’anacronistica espressione di “Terra d’Otranto”, pur restando quella l’imprescindibile presupposto storico e identitario di questa terra.

L’aggettivo “Grande” si rende necessario solo per poter comprendere anche i territori di alcuni pochi comuni, a nord della provincia di Brindisi e a nord-ovest di quella di Taranto, che geograficamente non rientrano nella penisola salentina ma amministrativamente fanno parte delle rispettive province. Se i territori delle tre province, infatti, rientrassero tutti nei confini della penisola salentina non ci sarebbe bisogno dell’aggiunta dell’aggettivo “grande” ma basterebbe semplicemente “Salento”.

L.d.M.