Da “Kuffiari” scèblasti e altro

- L'ingresso del forno Kuffiari
Scèblasti (Foto Eduardo De Matteis)
di Fernando DURANTE
Il profumo della “Scèblasti”, nome antico del prodotto da forno, eredità degli antichi coloni greci che vuol dire, “senza forma”, si espande nell’aria di via Roma, a Zollino. Annuncia l’attesa riapertura di quel laboratorio che fu di Antonio Chiga, immaturamente scomparso. La produzione (di cui i paesani menano vanto) è presente nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) riconosciuti dal Ministero delle Politiche agricole. Ora quel luogo è diventato un moderno negozio dal nome antico, si chiama: “Kuffiari”. Soprannome grico affibbiato agli abitanti del luogo. Il nomignolo ha traduzioni controverse, storicamente non documentate. Per alcuni vuol dire, “privi di volontà”, per altri invece, “persone presenti in ogni dove”. La scèblasti, unico ed inimitabile prodotto da forno locale, ha un’antica ricetta, povera ma molto gustosa, ricercata da buongustai e non solo. Questa la sua composizione nell’antica lingua che fu di Omero: farina di grano (alevri), lievito (prozimi) , pomodori (pimbidoru), capperi (chiappeu), olive nere (alea mavra), peperoncino piccante (piperussai) prezzemolo (petruselino), ala (sale), alai (olio). L’apertura di domenica, avvenuta in un momento storico di grandi incertezze sul futuro, a causa del Covid 19, sa di coraggiosa scommessa. Si deve a due giovani del luogo, Francesco Costa e Antonio Zacheo. Ad affiancare la produzione dell’antico prodotto, sono presenti numerose altre offerte di prodotti da forno (puccia) ed altre dolciarie (pasticiotto, torte, biscotti da colazione ed altro), la cui produzione è affidata al pasticciere, Mauro Gemma.