Grotte di Porto Badisco (Foto Istituto di Preistoria e Protostoria di Firenze)

di Nicola DE PAULIS

Nel cinquantenario della scoperta delle Grotte di Porto Badisco, avvenuta nel febbraio del 1970, il prestigioso Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze ha organizzato un percorso virtuale nell’arte preistorica-neolitica del grande complesso carsico tramite le fotografie scattate dal Prof. Paolo Graziosi, l’archeologo, professore di Paleontologia e Antropologia dell’Università di Pisa (1906-1988), che per primo studiò l’insediamento. Un’ottima opportunità per il Salento per far conoscere questo suo patrimonio culturale, certamente non inferiore a siti conosciuti a livello mondiale come le Grotte di Altamira in Spagna e le Grotte di Lascaux in Francia, entrambe patrimonio dell’Umanità Unesco.
Le Grotte di Badisco furono scoperte dagli speleologi del Gruppo speleologico “de Lorentis“ di Maglie. La Mostra riporta fedelmente, per ogni figura, la descrizione che ne fece allora il Professor Graziosi, che pubblico poi il prezioso volume “Le pitture preistoriche delle Grotte di Porto Badisco “(Salento libri 1980).
Secondo il professor Paolo Graziosi, le pitture parietali, figurative ed astratte della Grotta di Porto Badisco, rivelano: “quale profondo legame unisse il mondo spirituale ed esistenziale di quelle antiche popolazioni alle loro manifestazioni d’arte”. Si comprese, allora, ai primi degli anni ‘80, come le grotte di Porto Badisco fossero un luogo sacro, di iniziazione, un santuario della tarda preistoria datato al 3900 a.C., in cui oltre alle scene di caccia, di iniziazione, di religiosità, si intravedono anche i desideri, le aspirazioni, le paure dell’uomo preistorico, non certo dissimili dalle nostre.
Ora questo luogo affascinante, inaccessibile di persona, è visitabile on line sul link https://www.openprehistory.org/prodotto/porto-badisco-nel-cinquantenario-della-scoperta/ (Info 055/2340765 www.iipp.it).
La Mostra è organizzata e curata da Luca Bachechi, Italo Maria Muntoni, Daniela Puzio, Anna Revedin, Direttrice dello stesso Istituto. Tramite il Link il visitatore percorrerà il secondo corridoio della grotta, il più ricco di figure, soffermandosi ad osservare le immagini dell’archivio dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, disposte secondo la successione reale sulla parete. Una tradizione di studi e rapporti culturali, ormai cinquantennale, lega il Salento all’ Istituto di Firenze, grazie alle indagini condotte dal 1970 dal Prof. Graziosi e dalla sua collaboratrice Prof.ssa Mara Guerri a Porto Badisco. Sarebbe perciò auspicabile una intensa collaborazione fra le istituzioni culturali e politiche del Salento con lo stesso Istituto, per far riconoscere le Grotte dei Cervi di Porto Badisco come Patrimonio dell’Umanità Unesco, come è stato fatto da anni ad Altamira e Lascaux.

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